Nikola Kalinić e quella maglia dell’Hajduk che gli è sempre rimasta cucita addosso

Nikola Kalinić e quella maglia dell’Hajduk che gli è sempre rimasta cucita addosso

Da Salona a Spalato ci sono circa 7 km e ogni mattina, tenendo la mano di papà Jozo, il piccolo Nikola Kalinić partiva da casa per raggiungere il campo di allenamento dell’Hajduk Spalato, il club dove è cresciuto come uomo e come calciatore e da dove è partito per diventare un campione indossando altre maglie importanti. Sono passati diversi anni da allora. Tanti gol realizzati, tante esperienze, tante soddisfazioni personali e professionali, ma quella prima maglia gli è sempre rimasta cucita addosso. Oggi, Nikola Kalinić, 36 anni, ha deciso di tornare ad indossare quella maglia per aiutare il suo primo club a raggiungere un obiettivo che manca da 19 anni: vincere lo scudetto. Una scelta d’amore verso i colori dell’Hajduk. Amore e passione per il club e per il gioco del calcio che va oltre l’interesse economico. Kalinić torna in campo con la maglia dei ‘Bili’ dopo aver firmato un contratto di cinque mesi (fino a fine stagione) per un compenso veramente simbolico.

Dall’erba del Poljud, l’Europa e il ritorno

La carriera di un calciatore professionista è facilmente rappresentabile su una carta geografica che ha sempre un punto di partenza e uno di arrivo. Per Nikola Kalinić questi due punti coincidono perfettamente e portano sull’erba del Poljud, lo stadio dell’Hajduk dove i tifosi croati hanno applaudito un giovane calciatore che da quel campo ha spiccato il volo in Europa. Il ‘condor’ dopo Spalato ha spiegato le sue ali verso l’Inghilterra dove ha indossato la maglia del Blackburn Rovers, poi in Ucraina con il Dnipro e quindi l’Italia, sicuramente l’esperienza più importante e più lunga. Con il viola della Fiorentina le due stagioni più intense, poi Milan, Roma, Verona e nel mezzo anche la Liga spagnola con l’Atletico Madrid. Dopo Verona la scelta di tornare a casa per chiudere, probabilmente, la carriera a Spalato. Dopo la stagione scorsa, la decisione di fermarsi. Ma il cuore e la passione per i colori della sua prima squadra sono stati determinanti nella scelta di tornare a calpestare ancora una volta l’erba del Poljud per contribuire a realizzare il sogno dello scudetto.

I valori dello sport sopra ogni cosa

La scelta di Kalinić dimostra che la passione di quel bambino che ogni giorno insieme al padre da Salona raggiungeva Spalato per inseguire il suo sogno e indossare una maglia che per te significa tutto, non muta e non si spegne. Non ci sono ingaggi che tengano quando l’amore per questo sport è più forte di ogni cosa. Insieme all’amore, la dedizione per i colori di una squadra che ti ha permesso di realizzare il tuo sogno di bambino. Kalinić restituisce oggi all’Hajduk quell’amore, quella passione e si mette al servizio del suo club senza chiedere nulla in cambio.

Un bellissimo esempio

Ci sono tanti modi per ‘diventare l’eroe di te stesso’ e il gesto di Kalinić rappresenta anche un bellissimo esempio per tutti quei ragazzi che ogni giorno raggiungono il campo di allenamento dell’Hajduk Spalato, indossano gli scarpini, la maglia e cominciano a giocare. Prima della fama, delle copertine e degli ingaggi importanti, c’è la passione per il gioco del calcio, il senso di appartenenza ad un gruppo, lo spirito di squadra, l’amore per una maglia che, alla fine, ti rimarrà sempre cucita addosso. Kalinić, indossando quella maglia numero 9 dell’Hajduk, uscirà dagli spogliatoi, raggiungerà il centro del campo e guardando gli spalti del Poljud capirà che il primo gol l’ha già messo a segno, dritto, preciso, nel cuore dei suoi tifosi.