Sudan del Sud, una nazionale che significa speranza

Sudan del Sud, una nazionale che significa speranza

LA NAZIONALE PIÙ GIOVANE DEL MONDO

Una Nazionale con ‘solo’ undici anni di storia, esattamente come la Nazione che rappresenta. Il Sudan del Sud è diventato uno Stato indipendente dal 9 luglio 2011 e nello stesso anno, anzi esattamente il giorno dopo, per festeggiare, la neonata Nazionale scendeva in campo contro un club keniota. La più giovane Nazionale del mondo oltre a rappresentare i colori del proprio Paese, ha un grande compito, quello di contribuire ad unire un popolo ed essere di stimolo alla crescita di uno Stato che sta imparando ora a come essere tale.

UN PALLONE PUÒ CONTRIBUIRE A FAR CRESCERE UNA NAZIONE

Bright Star, stella luminosa, così viene chiamata la Nazionale del Sudan del Sud. Il calcio può essere la luce da seguire per cambiare le cose in un Paese che sente ancora gli effetti di anni di sofferenza, povertà e divisioni interne. Dare un calcio ad un pallone regala una felicità incredibile e di questo hanno bisogno i giovani. Per questo motivo Augustino Madout, presidente della Federazione, ha voluto che a guidare la squadra fosse Stefano Cusin. Allenatore italiano, insegnante di calcio, il cui compito prima che tecnico è umano. Intorno ad un pallone si può essere uniti, sentire il senso di appartenenza ai colori della propria bandiera e della propria maglia. Cusin è un uomo di calcio e il calcio lo conosce bene, così come sa riconoscere, magari da un ragazzino che gioca a piedi nudi per strada, il talento da far crescere. Per tutti questi giovani atleti, un sogno, quello di partecipare alla fase finale della Coppa d’Africa. Sarebbe un successo non solo sportivo, ma di una Nazione intera.

‘Il nostro scopo è migliorare l'unità e l'orgoglio nazionale attraverso il calcio. Vogliamo che le giovani generazioni realizzino i loro sogni’. Dichiara Augustino Maduot, presidente della Federazione calcistica del Sud Sudan. ‘Stiamo costruendo nuove strutture per migliorare il nostro sistema calcistico. Il nostro movimento sta crescendo con nuovi campi e la nostra federazione di arbitri. Abbiamo creato programmi di calcio per le scuole e stiamo incoraggiando tutte le donne che sognano di giocare a calcio. Stiamo creando una nuova mentalità. Abbiamo grandi sogni per il futuro’.

UNA NAZIONALE CHE È GRANDE ESEMPIO DI UNITÀ

Intanto si lavora per far crescere il movimento calcistico nel suo complesso. I problemi ci sono, ma anche la voglia di risolverli e dare al calcio del Sudan del Sud gli strumenti per migliorare, magari ottenendo anche buoni risultati. L’entusiasmo c’è ed è palpabile, quell’entusiasmo che fa superare anche l’ostacolo di avere un solo campo a disposizione, in erba sintetica, sul quale si allenano le nazionali maggiore, giovanile, femminile e vengono anche giocate le partite di campionato. Su quel campo la fatica non si sente, si lavora sodo, ci si diverte e si comprende il significato di unione e condivisione. Un segnale importante dato da un gruppo di giocatori di etnie diverse che diventa un grande esempio di unità per tutto il Paese.

‘La nazionale ha avuto un impatto significativo sulla popolazione. I risultati sportivi e l'atteggiamento in campo hanno portato le persone a identificarsi con la squadra. Anche il calcio giovanile sta crescendo molto e sta portando nuovi investitori.’ Dice Stefano, Cusin, allenatore della squadra nazionale maschile del South Sudan. ‘Il Paese ha bisogno dell’esempio positivo dello sport ed è essenziale investire in nuove strutture per far crescere l'intero movimento.’

LA MISSIONE DI AMY LASU

Amy Lasu è la capitana della Nazionale femminile del Sudan del Sud. A soli tre anni fu costretta a fuggire in Kenya dove è cresciuta, si è laureata ed è diventata una calciatrice, come suo padre. Ora ha scelto di tornare in Sudan del Sud ed, essere l’esempio per quelle tantissime ragazze che vogliono costruire il proprio futuro, inseguire i loro sogni e vivere la vita che desiderano liberandosi dalle pericolose tradizioni tribali. Giovani come Amy Lasu sono la speranza di questa giovanissima Nazione e nello sport, nel calcio, c’è la linfa giusta per cambiare le cose, magari partendo da piccoli ma concreti gesti come quello di Shilene Booysen, allenatrice della squadra femminile che si è impegnata a far arrivare dei container, poi riadattati a spogliatoi e lavanderie, per dare un lavoro alle ragazze.

Amy sta svolgendo un ruolo fondamentale nel portare in alto la bandiera del calcio femminile in Sud Sudan. In un Paese in cui le risorse sono molto scarse, soprattutto per le ragazze e le donne che giocano, Amy è diventata un faro di speranza. L'avvio di una ONG con le sue compagne di squadra per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle lotte che le donne devono affrontare è stato il momento più importante del mio incarico di allenatrice della nazionale femminile. Hanno dimostrato resilienza e una grande voglia di migliorare le cose per la prossima generazione di atlete”. Dichiara Shilene Booysen, allenatrice della squadra nazionale femminile del South Sudan.

In questo caso ‘diventare eroi di sé stessi’ significa essere artefici non solo del proprio futuro, ma di quello di una Nazione intera.

‘Questa Nazionale rappresenta perfettamente la filosofia che c’è dietro alle attività della nostra azienda: “Become your own Hero”. Chi fa calcio in Sud Sudan oggi è già un Hero e sta costruendo un’impresa che ha la stessa importanza di conquistare una Coppa del Mondo o altri importanti trofei’, sostiene Francesco Ventura, Area Manager Macron S.p.a. ‘Insieme alla Federazione, la nostra azienda sta cercando di contribuire a favorire lo sviluppo dell’intero “sistema calcio” nel Paese. Questa dinamica, al di là del lato ludico ed emozionale, presenta importanti aspetti finanziari positivi per il Paese intero, derivanti, ad esempio, dallo sviluppo della Federazione stessa, del campionato nazionale, dal merchandising e dalla creazione di nuovi posti di lavoro, infrastrutture e da tutta una serie di altri fattori. Non possiamo fare altro che augurare un grande in bocca al lupo al Presidente Maduot ed al Mister Cusin per un futuro sempre più brillante.’